Chi sei? Parlaci un po’ di te
Il mio nome è Donatella Ponterio, ho 63 anni . Il 21 gennaio 2021 sono stata operata di carcinoma all'endometrio con una isterectomia totale e allargata.
Ero in apparente buona salute ma molto stressata per la pandemia.
Ho fatto per 30 anni la psicologa e l'educatrice di donne nella mia regione calabria. Sono madre, ho un figlio di 36 anni e sono divorziata. Ho per fortuna anche un lavoro part-time in ospedale, perchè avendo perso i miei pazienti da libera professione durante la convalescenza, almeno ho un minimo di sostegno economico fisso.
Ho ripreso da poco a scrivere, ho aperto un blog sul cibo in senso lato, includendo tutti gli ingredienti che la vita ci offre per stare bene e/o guarire. Sono una appassionata di cucina naturale e sono una facilitatrice di immersioni in natura da sempre.
Arriviamo alla comunicazione della diagnosi data al tuo caro, come ti sei sentita in quel momento?
Ero incredula, ma stranamente non spaventata (la paura è aumentata via via che si avvicinava la data del mio intervento di isterectomia totale) ero certamente scioccata, e congelata ed anche tesa perchè non ho potuto condividere subito la gravità della diagnosi con la mia famiglia, ma solo con le mie più care amiche e sorelle di vita e naturalmente con mio figlio.
Chi ti è stato accanto?
Appunto nell'immediato due amiche carissime del cuore, mio figlio appena rientrato in Calabria, e le donne del mio gruppo Donne in Cammino di Catanzaro , nonché diversi gruppi di preghiera che hanno avuto ed hanno tuttora un ruolo importante lungo questo nuovo cammino.... per questo mi reputo molto fortunata.
Mia madre è cardiopatica e quindi ha saputo solo che dovevo operarmi perché avevo una endometriosi ed era meglio non rischiare di tenere oltre tempo utero ed annessi Anche nel mio reparto in ospedale l'ho condiviso.
Poi ho scelto un oncologo nutrizionista integrato dell'associazione ARTOI con il quale ho aggiustato e modificato subito il mio stile di vita.
Credi che il percorso che hai/stai affrontando ti abbia resa una persona diversa?
Assolutamente si.... e l'ho fortemente voluto ed assecondato: detestavo sentirmi dire... TORNERAI COME PRIMA, questo veramente mi angosciava.
Io sapevo prima della diagnosi che qualcosa non andava ed avevo vissuto un lock down molto solitario (mio figlio era Ancora fuori casa) ed immersa nel lavoro che era aumentato, con enorme conseguente stress psico-fisico, aggiunto alle mie personali ansie da pandemia.
Non volevo e non voglio tornare COME PRIMA.
il cancro mi ha chiesto prima di tutto un cambiamento, anche spirituale, ed io lo sentivo e lo sento necessario ed importante per la mia guarigione. E' stato ed è, a conti fatti, un volano ed una benedizione per me; si può dire così, davvero.
Com’è avvenuto il tuo incontro con Aimac?
Quando ho dovuto iniziare le trafile burocratiche per lo 048 vi ho incontrato su internet ed ho scaricato la guida e vi ho telefonato subito.
Chi sei oggi?
Un' altra Donatella, forse quella che volevo essere da tanto tempo ma che non trovava la strada per il cambiamento, anche se non ho ancora elaborato del tutto il lutto per la amputazione subita nè ho elaborato tutti i vissuti. Sono ancora in follow up psicoterapeutico e psichiatrico nonché nutrizionistico, cosa che ritengo irrinunciabile e molto sottovalutata sia dai colleghi che dai medici, ma in linea di massima sto bene perchè i controlli dall'intervento in poi sono stati sempre quasi tutti negativi e non ho dovuto fare la chemioterapia.
L'umore non è ancora rientrato, la depressione c'è ancora, e questo mi preoccupa, ma scrivere mi sta aiutando moltissimo.
Perchè hai deciso di condividere la tua storia?
Perchè tutti gli aiuti ricevuti non li ho avuti con un protocollo di prevenzione delle recidive, che mi sono dovuta costruire completamente da sola. Questo è stato molto faticoso.
Potrei aprire una agenzia di servizi, per quante lungaggini e trascuratezze burocratiche e sanitarie ho dovuto affrontare da sola, non avendo - tra l'altro - un compagno. Ho fatto anche tanti errori. Inoltre anche i vari dottori per ogni esito post-chirurgico che purtroppo ho avuto, sono sconnessi tra loro ed in ospedale gli oncologi per quanto meravigliosi non hanno il tempo, ma neanche la metodologia o un protocollo integrato che invece ci vorrebbe.
Dunque mi piacerebbe essere di aiuto con la mia storia.
Condividere le storie ed aiutarsi a vicenda cura, aumenta ossitocina ed endorfine e ti fa procedere con meno ansia nella nuova vita che inizia un pò a scatola chiusa e con molte insicurezze e paure.
Soprattutto mi fa sentire meno sola in questo momento della mia vita.