Sono Erika, ho 39 anni, sono mamma di un bambino di 7 anni e felicemente sposata da poco.
Lavoro come commerciale in un'azienda di informatica e fino al 5 febbraio 2021, giorno in cui ho ricevuto la diagnosi la mia vita non poteva andare meglio: avevo appena comprato casa, avevo avuto una promozione al lavoro, mi divertivo a giocare a pallavolo con la mia squadra e andavo spesso con mio marito a camminare in montagna.

A settembre 2020 ho cominciato a sentire dei dolori al ginocchio e da quel momento fino a febbraio ho fatto tutti gli esami possibili e ben due biopsie, finche, quel maledetto 5 febbraio, vado dall'ortopedico (da sola perchè causa covid nessuno poteva accompagnarmi a una visita) e mi ha dato la diagnosi: leimiosarcoma di alto grado, un tumore molto raro e aggressivo alla tibia. In quel momento ho pensato subito che sarei morta e il primo pensiero è andato a mio figlio.

Dopo un primo giorno di smarrimento, pianti, urla e comunicazione della diagnosi a parenti e amici, ho cominciato a informarmi sul leiosarcoma ( nome che non avevo mai sentito ) e ho deciso in quel momento che mio figlio non sarebbe stato orfano.

Dopo una settimana dalla diagnosi mi hanno ricoverato per il primo ciclo di chemio, da sola causa covid : sarebbe stato il primo ciclo di 8, tutti con ricovero di una settimana ogni 3. E' stato molto brutto e faticoso affrontare tutto il percorso da sola, chemio e operazione dove mi hanno tolto la tibia e mi hanno messo una protesi. Mio marito è stata la persona che mi è stata più accanto quando tornavo dalle chemio distrutta:non mangiavo, sono arrivata a pesare 45 kg ( sono alta 170), mi ci voleva sempre una settimana per riprendermi e sono stata tanto in sedia a rotelle. Oltre a lui mi sono stati vicini la mia famiglia e i miei amici più cari.

Credo che il tumore mi abbia reso una persona diversa perchè vedo la vita sotto una nuova luce: cerco di fare tutto subito senza rimandare a domani. Mi ha resa però anche una persona arrabbiata :ancora oggi mi chiedo perchè a me. Mi ha tolto la possibilità di giocare a pallavolo, di fare escursioni in montagna e anche di essere indipendente perchè ancora oggi non guido e sono un invalida totale.
Credo che non sia giusto quello che mi è successo e non passa giorno in cui io non maledica il tumore per avermi resa invalida per sempre.

Oggi sono una persona che crede ancora nel futuro, che non si lascia sopraffare dalla malattia nonostante la mia gamba sia distrutta: è molto dura ma per mio figlio e per me stessa, devo lottare ogni giorno perchè ogni giorno guadagnato è prezioso.

Ho conosciuto Aimac tramite Instagram e altre persone che condividevano delle storie.
Ho deciso di condividere la mia storia perchè di sarcoma si parla poco: sono tumori rari e ne esistono di tantissimi tipi. Io mi sono sentita sola finchè non ho trovato una persona che ha avuto un leimiosarcoma come me, sono così rari che l ho trovata a ficata a km di distanza.

Ma trovando qualcuno che ha avuto un sarcoma mi sono sentita capita e mi ha dato speranza: di sarcoma purtroppo si muore tanto ancora se non si ha una diagnosi precoce, io sono stata fortunata. Spero di essere utile a qualcuno che sta passando quello che sto passando io.

ATTENZIONE!

Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica.

Pur garantendo l'esattezza e il rigore scientifico delle informazioni, Aimac declina ogni responsabilità con riferimento alle indicazioni fornite sui trattamenti, ricordando a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico curante.


© AIMAC 2022. Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione e la trasmissione in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o altro tipo di sistema di memorizzazione o consultazione dei dati sono assolutamente vietate senza previo consenso scritto di Aimac.