edi storia

Buongiorno a tutti, mi chiamo Marco ho 24 anni e sono genovese. Al termine delle superiori ho iniziato a lavorare nel mondo delle assicurazioni e ho anche iniziato a studiare presso la facoltà di giurisprudenza della mia città.

Il tutto portando avanti le mie due più grandi passioni: il golf e la musica.

Gioco a golf da quando sono bambino, sono cresciuto con il mito di Tiger Woods, ho sempre fatto attività agonistica e posso dire che è stato il mio primo amore, qualcosa che difficilmente si può spiegare.

La musica invece è diventata parte integrante della mia vita alla fine delle medie, quando dopo un estate con mio zio ho scoperto la magia della musica rock, di Lou Reed, dei Led Zeppelin e dei Pink Floyd, questa passione è stata il più bel regalo che potesse farmi.

Sono sempre stato una persona molto tranquilla, dedita ai suoi doveri e con enormi sogni da realizzare. Ho portato avanti tutto a gonfie vele fino al 23 Dicembre dello scorso anno.

Per un raffreddore e un acufene a un orecchio che continuavano a non passare anche dopo visite da un otorino decino di cambiare medico per avere un secondo parere dato che stavano diventando fastidi parecchio difficile da digerire, dopo una prima visita in cui il medico ha dei dubbi sulla situazione e una terapia antibiotica che non dà alcun beneficio vengo portato in ospedale per un controllo.

Dalla visita emerge subito la presenza di una grossa massa che chiude il rinofaringe, vado immediatamente a fare una risonanza magnetica e pochi giorni dopo il 27/12 mi viene fatta una biopsia, che il 9/12 da come referto un Carcinoma.

Non ho parole per spiegare il senso di smarrimento che ho avuto, ricordo però bene il giorno di Natale in cui era chiaro che la situazione era preoccupante e pensavo a chi non era più lì con noi e avevo paura di essere il prossimo.

Il 12 di Gennaio vengo mandato nell’ospedale più grosso della città e li conosco la mia oncologa e iniziamo tutte le visite per determinare lo stadio. Nel frattempo il 15 di Gennaio festeggio il mio compleanno con un mio amico e andiamo a vedere un cantante meraviglio Steve Wynn.
Proseguo godendomi la poca normalità che ho ancora fino a quando a fine mese mi viene comunicato che: “il tumore è al quarto stadio, ha già coinvolto i linfonodi del collo, ma non si vedono metastasi e Giovedì inizi la chemioterapia, poi farai chemio e radioterapia insieme”.
Il 2 di Febbraio inizia il mio percorso, mi viene messo il PICC al braccio, quindi niente sport per fino alla fine delle cure e inizia la chemio. Per mia fortuna non soffro nessun effetto collaterale rilevante tolta la stanchezza i giorni successivi. Dopo due settimane il primo controllo e la prima bella notizia, la terapia funziona dalla risonanza si vede che rispondo bene.

Arrivo al 27 Marzo inizia la fase pesante, chemio e radioterapia insieme. Qualche settimana prima parlo con i medici, “il 28 Marzo dovrei vedere Roger Waters dei Pink Floyd posso andare?” “Perché non dovresti? Il 28 hai il prossimo ciclo sarai pieno di farmaci, ma è il giorno in cui starai meglio!” E così vivo una delle giornate più incredibili della mia vita, alle 7 in ospedale per le analisi, aspetto i farmaci fino alle 10, 6 ore di chemioterapia, radioterapia e alle 17 esco dall’ospedale, mi allungo a casa metto su la maglietta di The dark side of the moon e mi recuperano i miei amici direzione Milano a realizzare la promessa che avevo fatto a mio zio “un giorno vedremo Roger Waters”, purtroppo da quel giorno erano passati 12 anni, ma so che era da qualche parte lì con me. Le terapie vanno avanti, faccio fatica a mangiare, mi indebolisco sempre di più, ma tra mille fatiche riesco a completare tutte le cure, 5 cicli di cisplatino e 30 sedute di radioterapia. 3 giorni dopo vedo il mio cantante preferito Peter Gabriel, inutile provare a spiegare la gioia. Finalmente torno a casa mia, il campo da golf e inizio a riprendere in mano la mia vita realizzando l’ennesimo sogno, compro la mia prima moto! Passa l’estate e arriva il momento dei controlli, i risultati sono subito dubbi, servono altri accertamenti, vanno fatte due biopsie.

A fine Settembre arrivano i referti, non si trova nulla finalmente sta andando tutto bene. Per chiudere la mia favola, perché onestamente questo è, due giorni dopo sono estratto per vedere la Ryder Cup a Roma e ho l’occasione di incontrare il mio idolo di quando ero bambino Rory Mcilroy. Non è stato un periodo semplice, era un vortice continuo di emozioni estremamente complicate da gestire. Fortunatamente il fatto di essere una persona piena di interessi mi ha tenuto impegnato anche quando in pratica non potevo uscire di casa. Sono state fondamentali se persone intorno a me, tutti a loro modo hanno cercato di trasmettermi il loro affetto, sono stati straordinari, non dimenticherò mai quando qualcuno è venuto a trovarmi dentro alla sala della chemioterapia il primo giorno di cure, ricordandomi per cosa stavo lottando.

La sera in cui sono venuti tutti da me per stare un po’ assieme dopo un mese di cure. Gli sguardi silenziosi che valevano più di mille parole. Posso dire di essere stato circondando da persone straordinarie. Però una persona in particolare mi ha dimostrato cosa è la vera amicizia, afferrandomi la mano e camminando fianco a fianco a me nel buio, non arriverò mai a ringraziarla abbastanza. Dopo quello che ho passato penso di essere cresciuto molto a livello umano, penso che abbia esaltato i lati migliori del mio carattere, la mia determinazione e caparbietà. Penso che a suo modo sia stato anche un “dono” mi ha consentito di rimettere al centro la mia vita e le mie passioni facendo di nuovo innamorare della brezza del mare. Oggi mi sento un uomo, pieno di speranze e sogni, che ha capito la bellezza della vita e dell’essere vivi, perché bisogna essere grati di ogni momento, non ci rendiamo mai conto di quanto siamo fortunati e di quanto valga ogni momento, sono orgoglioso di quello che ho fatto e di come l’ho affrontato e so che ciò che ho imparato da questo mi porterà a vivere una vita meravigliosa.

Ho conosciuto Aimac a Gennaio mentre cercavo esperienze di qualcuno che avesse vissuto la mia malattia. Ho deciso di condividere la mia storia perché vorrei poter ridurre a qualcuno quel senso di smarrimento che ho avuto io nella fase iniziale, spesso chi anche ha superato il cancro non ne parla e quelle poche persone che si sono aperte con me mi hanno dato uno stimolo enorme per lottare. Vorrei solo che nella mia storia trovaste la speranza, perché se c’è una cura ce la si può fare. Poi si ci vuole fortuna è vero, ma penso che l’ottimismo aiuti. Un abbraccio forte e una frase scritta da Noel Gallagher che personalmente a me ha dato tanto. “Non spaventarti, non potrai mai cambiare ciò che è stato, ma anche se tutte le stelle stanno svanendo cerca di non preoccuparti un giorno le incontrerai di nuovo, prendi ciò di cui hai bisogno, stai sulla tua strada e smettila di farti a pezzi il cuore

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