Mi chiamo Stefano, ho 53 anni, sono un informatico appassionato anche di natura, adoro i monti e il mare. Ho scoperto di essere malato di tumore alla prostata all'età di 48 anni, era maggio 2016, facendo degli esami di routine vista la familiarità con la malattia. Dopo tutti gli esami è arrivata la diagnosi di carcinoma prostatico gleason 6 (3+3).
Quel giorno il 10 maggio 2016, non dimenticherò mai più questa data, sono andato a ritirare il referto con mia madre, è voluta venire forse spinta dal suo istinto per starmi vicino, mi ha subito spronato a reagire visto che la mia reazione è stata di puro terrore e di confusione totale. Ho perso mio padre a 50 anni e mio zio a 66 per tumore e la paura di dover subire la stessa sorte è stata grande. Da subito mi è sembrato non fosse possibile dover nuovamente combattere e questa volta in prima persona. Poi grazie all'aiuto di tutte le persone vicine e gli amici mi sono fatto forza e ho affrontato l'intervento il 16/12/16 a Milano con il robot.
Per fortuna in meno di un mese ero in piena forma confortato dai medici che mi rassicuravano che tutto era a posto, ho incontrato la mia forza Daniela e ho ripreso a vivere. Purtroppo dopo i primi controlli il PSA era 0.06 si basso ma non azzerato, dicevano che era tutto normale che poteva succedere e di fare controlli trimestrali. Da lì purtroppo è risalito prima 0.07, poi 0.12 ed infine a 10 mesi dall'intervento 0.21 e quindi diagnosi di ripresa biochimica della malattia. Altro giro di esami tra cui la pet PSMA per escludere metastasi ossee e risalita del PSA fino a 0.24, quindi inizio della terapia di salvataggio con punture ormonali mensili la domenica prima di Natale 2017 e poi la radioterapia da fine febbraio 2018. Agli inizi di aprile 2018 il ciclo di radio terapia si è concluso mentre l'ormono terapia si è conclusa a giugno 2018. Da allora ho svolto controlli trimestrali fino a febbraio di quest'anno con PSA a 0 e ora vado per controlli semestrali.
Naturalmente in questo periodo ci sono state molte difficoltà, l'intervento mi ha lasciato un linfedema alla gamba sx che tengo controllato con calze compressive e farmaci fluidificanti, però sono felice di aver trovato la forza di affrontare e combattere questo nemico che chiamo Nessi come il mostro. In questi anni ho iniziato a dedicarmi al volontariato in croce bianca per aiutare i malati perchè siamo tutti una famiglia e vedere che ci sono persone che ci possono aiutare credo aiuti tantissimo. Ho fatto da tutor, scusate il termine ma non so come dire diversamente, ad altri malati di tumore alla prostata che ho conosciuto strada facendo e che scoprendo la loro malattia mi chiedevano cosa dovevano affrontare. Tra questi c'è stato anche mio fratello che ha seguito la mia strada fino all'intervento per lui risolutivo.
Oggi sono diverso rispetto a prima più consapevole che l'unione fa la forza e che aiutandoci possiamo affrontare i nostri mostri ed è per questo che ho deciso di raccontare la mia storia. Ho conosciuto AIMAC quando nel mio girovagare confuso sul web ho iniziato a capire che il Cancro si può e si deve affrontare perchè solo così si potrà sconfiggere definitivamente. Vi saluto con ciò che diciamo sempre con i miei amici che sono su questa barca AVANTI TUTTA SEMPRE....
Stefano