- Introduzione
- Quali sono i farmaci usati?
- Come si effettua il trattamento?
- Qual è la frequenza del trattamento?
- Potenziali effetti collaterali
- Ulteriori informazioni
INTRODUZIONE
Il presente Profilo Farmacologico prende in considerazione il trattamento chemioterapico cosiddetto ABDV, una combinazione di agenti chemioterapici che si usa per il trattamento del linfoma di Hodgkin (un tumore a carico del sistema linfatico). Il Profilo Farmacologico descrive sinteticamente i farmaci usati, il modo in cui questi si somministrano e alcuni degli effetti collaterali cui possono dare adito. Vi consigliamo di leggerlo insieme ai libretto dal titolo La chemioterapia, pubblicato da Aimac nell'ambito della Collana del Girasole, che contiene notizie più dettagliate e fornisce anche alcuni consigli sul modo in cui affrontare il trattamento, e al libretto riguardante la patologia tumorale da cui siete affetti.
QUALI SONO I FARMACI USATI?
La definizione ABVD, con la quale convenzionalmente si definisce questo trattamento, deriva dalle iniziali dei quattro chemioterapici di cui esso si compone: doxorubicina (A sta per Adriamycin®, un sinonimo con cui era inizialmente indicata la doxorubicina), bleomicina, vinblastina e dacarbazina.
COME SI EFFETTUA IL TRATTAMENTO?
Il trattamento chemioterapico secondo il regime ABVD è attuato in day hospital. Prima di essere avviati al trattamento sarete sottoposti ad esame del sangue e a visita medica. Se le analisi del sangue sono nella norma, sarete sottoposti al primo ciclo di trattamento.
L'ABVD si somministra per infusione in vena (per endovena) attraverso una cannula (un tubicino sottile che viene introdotto nella vena del braccio o della mano). Questa tecnica può creare qualche lieve ma breve fastidio. A volte può essere somministrato anche attraverso il catetere venoso centrale che viene inserito sotto cute in una vena vicino alla clavicola, oppure attraverso la linea cosiddetta PICC, acronimo dall'inglese peripherally inserted central catheter, che è inserita in una vena periferica, di solito del braccio.
Per ulteriori informazioni sul catetere venoso centrale vi consigliamo di leggere il libretto La chemioterapia. L'oncologo o il personale infermieristico potrà fornirvi maggiori informazioni a riguardo.
Prima di iniziare il trattamento, vi potrà essere somministrato un farmaco antiemetico allo scopo di prevenire la nausea e il vomito. Di norma gli antiemetici si somministrano per iniezione attraverso la cannula, ma alcuni di questi preparati sono disponibili anche in compresse o capsule.
Dopo l'antiemetico sarà iniettata attraverso la cannula la doxorubicina, che ha l'aspetto di liquido di colore rosso, insieme ad un'infusione di soluzione salina. Segue la somministrazione di vinblastina, un liquido chiaro, secondo identica modalità. Per ultimo si somministrano la bleomicina, che è, invece, di colore chiaro, e la dacarbazina, di colore giallo chiaro, per infusione goccia a goccia o attraverso la cannula per infusione a rapido rilascio. L'intera procedura richiederà circa due ore.
Se il trattamento è attuato in regime di day hospital, l'infermiera/e rimuoverà la cannula e potrete fare ritorno a casa. L'oncologo vi prescriverà un preparato antimetico, che dovrete prendere seguendo rigorosamente le sue indicazioni, anche se non accuserete alcun senso di nausea, in quanto alcuni farmaci sono più efficaci a prevenirla piuttosto che a ridurla una volta che si sia manifestata.
QUAL È LA FREQUENZA DEL TRATTAMENTO?
Il vostro oncologo si riferirà al trattamento chemioterapico col termine di regime ABVD, intendendo l'intero trattamento o le modalità e i tempi di somministrazione. Il primo giorno del trattamento prevede la somministrazione congiunta di doxorubicina, bleomicina, vinblastina e dacarbazina (come descritto sopra). Seguirà un periodo di sospensione di due settimane, durante le quali non assumerete alcun farmaco. Lo stesso trattamento verrà ripetuto il giorno 14 e sarà seguito da un altro periodo di sospensione di due settimane. In questo modo si completa quello che si definisce un ciclo di trattamento. Dopo il periodo di sospensione, il giorno 28 inizierete il ciclo successivo secondo identiche modalità.
Di solito il trattamento completo richiede l'effettuazione di quattro-sei cicli di chemioterapia, per un periodo di quattro-sei mesi.
Potenziali effetti collaterali
Le reazioni alla chemioterapia variano da individuo a individuo: alcuni pazienti accusano pochissimi effetti collaterali, altri, invece, devono sopportare conseguenze più pesanti. Non necessariamente gli effetti collaterali descritti nel Profilo Farmacologico colpiranno tutti coloro che si sottopongono al trattamento con l'ABVD.
Il Profilo Farmacologico prende in considerazione gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti in modo che siate preparati qualora dovessero verificarsi. Sono stati, invece, tralasciati gli effetti collaterali molto rari, ossia quelli che molto difficilmente accuserete. Qualora avvertiate qualunque effetto che ritenete possa essere connesso con l'assunzione del farmaco, ma che non è citato nel Profilo Farmacologico, parlatene con l'oncologo che vi ha in cura.
Temporanea riduzione della funzionalità del midollo osseo. Temporanea riduzione della funzionalità del midollo osseo. Si manifesta con una diminuzione del numero di globuli bianchi (le cellule ematiche che combattono le infezioni), con la conseguenza che sarete più soggetti alle infezioni. Di conseguenza potranno svilupparsi ecchimosi, ossia lividi, o emorragie, se le piastrine, le cellule che favoriscono la coagulazione, diminuiscono, oppure anemia, se i globuli rossi sono inferiori alla norma. La ridotta funzionalità del midollo osseo può manifestarsi circa sette giorni dopo la somministrazione del farmaco raggiungendo usualmente i valori minimi 10-14 giorni dopo la chemioterapia. Quindi il conteggio delle cellule ematiche ricomincia a salire costantemente e di solito si normalizza prima dell'inizio del ciclo successivo.
Un forte calo delle cellule ematiche è un grave effetto collaterale. Contattate immediatamente l'oncologo se:
- la temperatura sale oltre 38° C;
- sviluppate ecchimosi o emorragie senza apparente motivo;
- se vi sentite improvvisamente poco bene, anche se la temperatura è normale.
Nausea e vomito. Esistono oggi dei farmaci molto efficaci, detti antiemetici, per prevenire o ridurre sensibilmente la nausea e il vomito. Se la nausea dovesse manifestarsi comunque nonostante l'assunzione di tali preparati, ciò può verificarsi nel giro di poche ore dopo il trattamento e durare anche per qualche giorno. Se la nausea non è controllabile o persiste, informate l'oncologo, che non esiterà a prescrivervi un altro antiemetico più efficace. Alcuni farmaci antiemetici possono indurre stipsi. Consultate l'oncologo o il medico di famiglia al riguardo.
Spossatezza. Molti malati avvertono un profondo senso di stanchezza durante il trattamento, in particolare verso la conclusione del ciclo. Si tratta di un effetto collaterale molto comune. È molto importante cercare di riposare il più possibile. Questo senso di spossatezza è descritto spesso con il nome anglosassone di fatigue.
Caduta dei capelli. I capelli cominciano a cadere di solito dopo tre-quattro settimane dal primo ciclo di terapia, e di solito si perdono completamente. Talvolta si assiste anche al diradamento e alla caduta delle ciglia, sopracciglia e di altri peli che ricoprono il corpo. Si tratta in ogni caso di un effetto temporaneo: i capelli ricresceranno una volta che il trattamento sarà concluso. Aimac ha pubblicato un libretto dal titolo La caduta dei capelli che saremo lieti di inviarvi se lo richiederete.
Irritazione del cavo orale e temporanea alterazione del gusto. La bocca diventa secca o irritata, o compaiono piccole ulcere. Bere molto e lavarsi i denti regolarmente con uno spazzolino a setole morbide possono ridurre il rischio che ciò si verifichi. In caso di problemi informate l'oncologo, che potrà consigliarvi i rimedi più appropriati per il vostro caso.
Potreste accorgervi che il gusto non è più lo stesso, ma quest'effetto scomparirà alla conclusione del trattamento.
Intorpidimento o formicolio a mani e piedi. Quest'effetto è determinato dall'azione della vinblastina sui nervi, e per questo prende il nome di neuropatia periferica. Nel caso avvertiate una sensazione di intorpidimento o formicolio alle mani o ai piedi, informate l'oncologo. La situazione migliora gradualmente nel giro di qualche mese dopo la conclusione del trattamento.
Dolore nel sito di puntura o lungo la vena. Ciò può verificarsi durante la somministrazione della dacarbazina. Se avete dolore, informate il vostro medico.
Reazione allergica. Alcuni pazienti possono sviluppare una reazione allergica alla dacarbazina, che si manifesta con eruzione cutanea e prurito, rialzo della temperatura, brividi, vertigini, mal di testa e mancanza di respiro. Informate l'oncologo o l'infermiere/a se notate eventuali segni.
Modificazioni della cute. In alcuni casi la cute può scurirsi per l'eccessiva produzione di pigmento, ma è un effetto raro. Il fenomeno scomparirà gradualmente fino a che la cute tornerà normale nel giro di qualche mese dalla fine del trattamento. La bleomicina può provocare un'eruzione cutanea con prurito. Rivolgetevi al medico che vi prescriverà un farmaco adeguato. Durante il trattamento e per diversi mesi a seguire, sarete più sensibili alle radiazioni ultraviolette e la cute tenderà a scottarsi più facilmente. Potrete comunque esporvi al sole, ma facendo uso di un solare ad alta protezione e indossando abiti poco scollati. Talvolta sulle zone sottoposte a radioterapia possono svilupparsi eruzioni cutanee o arrossamenti. Informate l'oncologo se ciò dovesse verificarsi.
Modificazioni delle unghie. Le unghie possono scurirsi e possono comparire striature bianche. Questi sintomi scompaiono a pochi mesi dalla fine del trattamento.
Alterazione dell'attività cardiaca. Si tratta di un effetto molto raro se il trattamento è effettuato con dosi normali, mentre la probabilità aumenta in caso di dosi elevate. Prima di iniziare il trattamento sarete sottoposti ad esami per valutare la funzionalità cardiaca.
Febbre e brividi. Possono insorgere a molte ore di distanza dalla somministrazione di bleomicina, ma non durano a lungo. L'oncologo potrà prescrivervi un farmaco steroideo (idrocortisone) per prevenire l'insorgenza di tali sintomi.
Alterazione dell'attività polmonare. La bleomicina può modificare il tessuto polmonare. Informate l'oncologo se avete tosse o mancanza di respiro.
Ulteriori informazioni
Alcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, consultate l'oncologo prima di assumere altri farmaci e informatelo se ne state già assumendo alcuni.
Fuoriuscita di liquido dal sito di puntura. Se durante la somministrazione la doxorubicina o la vinblastina fuoriescono dal sito di puntura, possono danneggiare il tessuto circostante. Se nel corso della somministrazione avvertite dolore o bruciore nell'area intorno al sito di puntura o intorno alla vena, o se notate una fuoriuscita di liquido, informate immediatamente l'oncologo o un infermiere/a.
Modificazione del colore delle urine. La doxorubicina è di colore rosso. Per questo motivo, l'urina potrebbe assumere un aspetto rossastro. Questo fenomeno è abbastanza normale e può persistere per le 24 ore successive al trattamento.
Fertilità. Il trattamento può avere effetti sulla capacità di concepimento. È importante che affrontiate i problemi legati alla fertilità con l'oncologo prima che il trattamento abbia inizio Il regime ABVD produce meno effetti sulla fertilità rispetto ad altri trattamenti chemioterapici.
Contraccezione. Non è consigliabile iniziare una gravidanza o concepire un bambino se siete in trattamento con il regime ABVD, in quanto i farmaci potrebbero compromettere lo sviluppo fetale. È opportuno assumere dei contraccettivi per tutta la durata del trattamento e nei mesi successivi. Anche in questo caso, discutetene apertamente con l'oncologo.
Scomparsa delle mestruazioni. La chemioterapia influisce sull'attività delle ovaie, con conseguente alterazione del ciclo mestruale. Le mestruazioni diventeranno irregolari fino a scomparire (amenorrea). Nelle pazienti più giovani, quest'effetto è temporaneo, mentre nelle pazienti prossime alla menopausa potrebbe essere irreversibile. Di conseguenza accuseranno i sintomi tipici dell'età premenopausale, con vampate di calore, eccessi di sudore e secchezza vaginale.
Ultima revisione: giugno 2006
Aimac è grata al CRO di Aviano e in particolare al Dott. Paolo Baldo per la revisione critica del testo.