- Introduzione
- Quali sono i farmaci usati?
- Come si effettua il trattamento?
- Qual è la frequenza del trattamento?
- Potenziali effetti collaterali
- Ulteriori informazioni



INTRODUZIONE

Il presente Profilo Farmacologico prende in considerazione il trattamento chemioterapico cosiddetto EC, che si usa per il carcinoma della mammella, descrivendo sinteticamente i farmaci usati, il modo in cui questi si somministrano e alcuni degli effetti collaterali cui possono dare adito. Vi consigliamo di leggere il Profilo Farmacologico insieme al libretto dal titolo La chemioterapia, pubblicato da Aimac nell'ambito della Collana del Girasole, che contiene notizie più dettagliate e fornisce anche alcuni consigli sul modo in cui affrontare il trattamento.

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QUALI SONO I FARMACI USATI?

La definizione EC, con la quale convenzionalmente si definisce questo trattamento, deriva dalle iniziali dei due chemioterapici di cui esso si compone, vale a dire epirubicina e ciclofosfamide. Per ulteriori informazioni consigliamo la lettura dei relativi Profili Farmacologici e anche del libretto Il cancro della mammella.

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COME SI EFFETTUA IL TRATTAMENTO?

Il trattamento chemioterapico secondo il regime EC si effettua di solito in day hospital. Prima di essere avviate al trattamento sarete sottoposte ad esame del sangue e a visita medica. Se le analisi del sangue sono nella norma, sarete sottoposte al primo ciclo di trattamento.
I farmaci si somministrano per iniezione in vena (per endovena), di solito del braccio o della mano, attraverso una cannula (un tubicino sottile che viene introdotto nella vena). La procedura può risultare un po' fastidiosa o anche dolorosa, ma la sensazione non dura a lungo. I farmaci possono essere somministrati anche attraverso il catetere venoso centrale che viene inserito sotto cute in una vena vicino alla clavicola. Il vostro oncologo potrà darvi ulteriori spiegazioni al riguardo. Per ulteriori informazioni sul catetere venoso centrale vi consigliamo di leggere il libretto La chemioterapia.
Prima di iniziare il trattamento, vi sarà somministrato un farmaco antiemetico allo scopo di prevenire la nausea e il vomito. Di norma gli antiemetici si somministrano per iniezione attraverso la cannula, ma alcuni di questi preparati sono disponibili anche in compresse.
Dopo l'antiemetico sarà iniettata attraverso la cannula l'epirubicina, che è un liquido di coloro rosso, in infusione con soluzione salina. Riceverete quindi il ciclofosfamide, che è, invece, un liquido chiaro, con analoga modalità di somministrazione. Il ciclofosfamide può essere somministrato anche per infusione goccia a goccia. L'intera procedura richiederà circa un'ora.
Anche se spesso l'epirubicina viene somministrata per prima, l'ordine in cui i farmaci sono somministrati non ha alcun effetto sulla loro efficacia.
Se il trattamento è attuato in regime di day hospital, l'infermiera/e rimuoverà la cannula e potrete fare ritorno a casa. L'oncologo vi prescriverà un preparato antimetico, che dovrete prendere seguendo rigorosamente le sue indicazioni, anche se non accuserete alcun senso di nausea, in quanto alcuni farmaci sono più efficaci a prevenirla piuttosto che a ridurla una volta che si sia manifestata.

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QUAL È LA FREQUENZA DEL TRATTAMENTO?

L'epirubicina e il ciclofosfamide sono somministrati, nelle modalità precedentemente descritte, nella prima sessione di trattamento. A questa segue un periodo di sospensione di tre settimane, durante le quali non assumerete alcun chemioterapico. In questo modo si completa quello che si definisce un ciclo di trattamento.
Dopo il periodo di sospensione, segue una seconda somministrazione dei due farmaci, che dà inizio al secondo ciclo di trattamento. Di solito il trattamento completo richiede l'effettuazione di quattro-sei cicli di chemioterapia, per un periodo di tre-quattro mesi.
Quando sentirete l'oncologo parlare di regime EC in riferimento al trattamento, egli intende l'intero piano del particolare trattamento a cui siete sottoposti.

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Potenziali effetti collaterali

Le reazioni alla chemioterapia variano da individuo a individuo: alcuni pazienti accusano pochissimi effetti collaterali, altri, invece, devono sopportare conseguenze più pesanti. Non necessariamente gli effetti collaterali descritti nel presente Profilo Farmacologico colpiranno tutte coloro che si sottopongono al trattamento EC.
Il Profilo Farmacologico prende in considerazione gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti in modo che siate preparati qualora dovessero verificarsi. Sono stati, invece, tralasciati gli effetti collaterali molto rari, ossia quelli che molto difficilmente accuserete. Qualora avvertiate qualunque effetto che ritenete possa essere connesso con l'assunzione del farmaco, ma che non è citato nel Profilo Farmacologico, parlatene con l'oncologo che vi ha in cura.

Temporanea riduzione della funzionalità del midollo osseo. Si manifesta con una diminuzione del numero di globuli bianchi, le cellule ematiche che combattono le infezioni, con la conseguenza che sarete più soggetti alle infezioni. Di conseguenza potranno svilupparsi ecchimosi, ossia lividi, o emorragie, se le piastrine, le cellule che favoriscono la coagulazione, diminuiscono, oppure anemia, se i globuli rossi sono inferiori alla norma. La ridotta funzionalità del midollo osseo può manifestarsi circa sette giorni dopo la somministrazione del farmaco, raggiungendo usualmente i valori minimi 10-14 giorni dopo la chemioterapia. Quindi il conteggio delle cellule ematiche ricomincia a salire costantemente e di solito si normalizza prima dell'inizio del ciclo successivo. Per verificare che i valori siano di nuovo entro i limiti della norma sarete comunque sottoposte ad analisi del sangue.

Contattate immediatamente l'oncologo se:

  • la temperatura sale oltre 38° C;
  • notate la presenza di lividi di origine non chiara o se accusate una perdita ematica;
  • se vi sentite improvvisamente poco bene, anche se la temperatura è normale.

Nausea e vomito. Esistono oggi dei farmaci molto efficaci, detti antiemetici, per prevenire o ridurre sensibilmente la nausea e il vomito. Se la nausea non è controllabile o persiste, informate l'oncologo, che non esiterà a prescrivervi un altro antiemetico più efficace.

Per approfondire

Maggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili su La nutrizione nel malato oncologico e su Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare?  

Spossatezza. Molti malati si sentono molto stanchi mentre sono in trattamento, soprattutto verso la conclusione. Si tratta di un effetto collaterale molto comune. L'importante è che cerchiate di riposare quanto più possibile. Questo senso di spossatezza viene descritto spesso con il nome anglosassone di fatigue.

Caduta dei capelli. I capelli cominciano a cadere di solito dopo tre-quattro settimane dal primo ciclo di terapia, e di solito si perdono completamente. Potreste notare anche che ciglia, sopracciglia e tutti i peli che ricoprono il corpo si diradano. Si tratta di un effetto collaterale temporaneo: i capelli ricresceranno una volta che il trattamento si sarà concluso. Aimac ha pubblicato un libretto dal titolo La caduta dei capelli che saremo lieti di inviarvi se lo richiederete.

Dolore o ulcere del cavo orale. Se avvertite una sensazione di dolore alla bocca o se notate la presenza di piccole ulcere, informate l'oncologo, che potrà consigliarvi i rimedi più appropriati per il vostro caso. Bere molto, lavarsi i denti regolamente con uno spazzolino morbido possono ridurre il rischio che ciò si verifichi.
Potreste accorgervi che il gusto non è più lo stesso, ma quest'effetto scomparirà alla conclusione del trattamento.

Modificazioni della cute. Potreste notare la comparsa di un rash cutaneo, ossia di un'eruzione che dà prurito. In casi rari la cute può scurirsi per l'eccessiva produzione di pigmento. Il fenomeno scomparirà gradualmente fino a che la cute tornerà normale nel giro di qualche mese dalla fine del trattamento. Le zone irradiate sono più soggette a irritarsi e a dare fastidio. Informate l'oncologo, che saprà indicarvi i rimedi più adeguati. La cute circostante la vena in cui è inserita la cannula può apparire scolorita, ma si tratta solo di un effetto temporaneo.

Irritazione della vescica. Il ciclofosfamide può irritare la vescica. Al fine di prevenire l'insorgenza di questo disturbo, dovrete bere molto (almeno 2 l) nelle 24 ore immediatamente successive alla somministrazione della chemioterapia. Informate l'oncologo se accusate disturbi della minzione.
L'epirubicina è di colore rosso; per tale motivo, le urine possono assumere un colore rosato. Quest'effetto perdura di solito per 24 ore dopo la sessione di terapia. È abbastanza normale.

Diarrea. Può essere controllata facilmente con i farmaci, ma informate l'oncologo se è severa o persistente. In caso di diarrea, dovete bere molto per reintegrare i liquidi perduti.

Alterazione delle unghie. Le unghie possono scurirsi o solcarsi. Le unghie riprenderanno il loro aspetto normale qualche mese dopo la conclusione del trattamento.

Alterazione dell'attività cardiaca. Si verifica molto raramente con i dosaggi normali di adriamicina, ma in alcuni casi può manifestarsi a seguito della somministrazione di dosi più elevate. Prima di avviarvi al trattamento, l'oncologo potrà ritenere opportuno verificare anche la funzionalità cardiaca.

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Ulteriori informazioni

F
ertilità. Il trattamento può avere effetti sulla capacità di concepimento. È importante che affrontiate i problemi legati alla fertilità con l'oncologo prima che il trattamento abbia inizio.

Contraccezione. Non è consigliabile iniziare una gravidanza o concepire un bambino se siete in trattamento con il regime EC, in quanto il farmaco potrebbe compromettere lo sviluppo fetale. Anche in questo caso, discutetene apertamente con l'oncologo.

Scomparsa delle mestruazioni. La chemioterapia influisce sull'attività delle ovaie, con conseguente alterazione del ciclo mestruale. Le mestruazioni diventeranno irregolari fino a scomparire. Nelle pazienti più giovani, quest'effetto è temporaneo, mentre nelle pazienti prossime alla menopausa potrebbe essere irreversibile. Di conseguenza accuseranno i sintomi tipici dell'età premenopausale, con vampate di calore, eccessi di sudore e secchezza vaginale.

Fuoriuscita di liquido dal sito di puntura.Se l'epirubicina fuoriesce dalla cannula, potrebbe danneggiare le cellule che costituiscono il tessuto circostante il sito di puntura. Se avvertite una sensazione di bruciore o prurito nel corso della somministrazione, informate immediatamente l'oncologo o l'infermiera/e.

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Ultima revisione: luglio 2004
Titolo originale: Combination Chemotherapy Factsheet - EC Regime

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