La radioterapia consiste nell’uso di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali, cercando al tempo stesso di danneggiare il meno possibile le cellule normali.  Per il linfoma non Hodgkin la radioterapia può essere attuata negli stadi iniziali della malattia.

La pianificazione del trattamento è una fase molto importante, perché da questa dipende la possibilità di trarre il massimo beneficio dalla radioterapia. Una volta stabilita l’indicazione al trattamento, sarete sottoposti alla cosiddetta TC di centratura, che serve al radioterapista per definire con la massima precisione le dimensioni e l’orientamento dei campi di irradiazione, come anche per elaborare, insieme al fisico sanitario, il piano di cura. Una volta definita l’area da irradiare, questa è delimitata sulla cute tracciando con l’inchiostro dei segni di demarcazione, che hanno la funzione di renderla facilmente individuabile e di assicurare la precisione del trattamento per tutta la sua durata. I segni di demarcazione possono essere rimossi facilmente alla conclusione del trattamento.

Il ciclo di trattamento si effettua presso il centro di radioterapia dell’ospedale ed è ripartito in sessioni giornaliere (tranne nel fine settimana). Ogni sessione dura complessivamente circa 30 minuti. La durata del ciclo di radioterapia dipende dal tipo e dallo stadio della malattia: per il linfoma non Hodgkin la durata media è tre-quattro settimane. Prima di ogni sessione di trattamento, il tecnico di radiologia che esegue l’irradiazione vi sistema sul lettino nella giusta posizione. Gli operatori escono, quindi, dal bunker lasciandovi soli per l’intera durata della seduta. Il tecnico aziona la testata dell’acceleratore lineare che, ruotando intorno al lettino, raggiunge la posizione corretta per dirigere le radiazioni sull’area da trattare. L’erogazione vera e propria del fascio di radiazioni dura solo pochi minuti. In caso di problemi, un apposito sistema audio-video consente di comunicare facilmente con gli operatori. La radioterapia non è dolorosa né rende radioattivi, ma dovrete rimanere immobili fino alla conclusione della sessione di trattamento.

Effetti collaterali

La radioterapia fa sentire spesso piuttosto stanchi. Gli effetti collaterali possono essere più o meno fastidiosi in funzione della durata del trattamento, dell’intensità della dose di irradiazione erogata e della zona irradiata. Il radioterapista è in grado di fornire indicazioni più precise sugli effetti collaterali e sui rimedi più efficaci per controllarli.

In generale, gli effetti collaterali, in funzione della zona irradiata, sono i seguenti:

addome: disturbi allo stomaco, nausea, vomito o diarrea;

testa: caduta dei capelli;

collo: ulcere del cavo orale con irritazione della bocca o della gola, talvolta anche modificazioni del gusto, per cui alcuni cibi potrebbero avere al palato un sapore diverso. A lungo termine può essere compromessa anche la funzione della tiroide, per cui è necessario verificarla attraverso un semplice esame del sangue da eseguire periodicamente;

mediastino: a lungo termine può aumentare il rischio di alterazioni della funzione cardiaca e, nelle donne, di tumore della mammella.

Gli effetti collaterali della radioterapia possono essere più o meno fastidiosi in funzione della durata del trattamento e delle dosi erogate. Il radioterapista è in grado di fornire indicazioni più precise sugli effetti collaterali che può causare la radioterapia cui sarete sottoposti, e di consigliare i rimedi più efficaci per controllarli.

Alcuni effetti collaterali potrebbero comparire a distanza di anni dalla conclusione del trattamento o essere irreversibili (permanenti), ma ciò si verifica raramente e in ogni caso dipende sempre dalla zona su cui è orientato il fascio di radiazioni;

stanchezza: si tratta dell’effetto collaterale più comune, che può comparire durante la radioterapia e persistere per alcuni mesi dopo la conclusione del trattamento. La stanchezza potrebbe anche essere indotta da un calo di globuli rossi dovuto all’effetto tossico del trattamento sul midollo. In questi casi il problema si può risolvere nelle forme lievi con la somministrazione di ferro per bocca, nelle forme più serie con la trasfusione di componenti del sangue. I medici usano spesso il termine fatigue per descrivere questo senso di spossatezza. È importante imparare ad ascoltare il proprio corpo: prendersi il tempo necessario per ogni cosa e riposare molto;

nausea: si può controllare efficacemente con la somministrazione di antiemetici;

caduta dei capelli: quest’effetto può riguardare solo l’area irradiata. Ad esempio, se l’irradiazione interessa i linfonodi del collo o aree della testa, si possono perdere i capelli sulla parte posteriore del collo, mentre se è coinvolto il torace possono cadere i peli che crescono sul petto. Nella maggior parte dei casi i capelli cominciano a ricrescere nell’arco di sei-dodici mesi dalla conclusione del trattamento a seconda della dose di irradiazione e della durata del trattamento.

Tutti gli effetti collaterali della radioterapia scompaiono gradualmente alla conclusione del ciclo di trattamento, ma è indispensabile informare il radioterapista nel caso in cui si protraggano oltre.

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