La ricerca nell’ambito dei tumori dello stomaco ha avuto grande sviluppo negli ultimi anni.
Gli anticorpi monoclonali sono farmaci a bersaglio molecolare risultato delle ricerche più recenti. Il loro meccanismo di azione si basa sulla capacità di legarsi specificamente a una proteina presente nelle cellule tumorali e per questo motivo sono definite anche terapie ‘mirate’. Questo particolare meccanismo ne rende altamente selettiva l’azione, lasciando del tutto inalterate le cellule normali, contrariamente a quanto avviene con la chemioterapia ‘classica’. Le terapie a bersaglio molecolare possono essere utilizzate soltanto se nelle cellule tumorali o, in alcuni casi, nel sangue o in altri campioni biologici prelevati dal paziente, sono presenti alcuni ‘marcatori’ diagnostici specifici, che a loro volta indicano la presenza, nel tumore, di uno o più bersagli molecolari. In assenza di questi marcatori, il paziente non può essere sottoposto alla terapia biologica e verrà, pertanto, trattato con le terapie disponibili più adatte al suo caso.
Per il trattamento dei tumori dello stomaco HER2-positivi l’anticorpo monoclonale più utilizzato si chiama trastuzumab (Herceptin®), che si associa alla chemioterapia allo scopo di migliorare la risposta antitumorale nei casi di malattia ‘HER-2 positiva’ in fase avanzata. Prima di proporre al paziente questo trattamento, è indispensabile che l’oncologo accerti, con l’ausilio di un’apposita analisi di laboratorio, la presenza delle proteine sul campione istologico, in assenza delle quali il farmaco non è attivo.
Di recente è stato introdotto l’uso di un altro anticorpo monoclonale ramucirumab (Cyramza), che usato da solo o in combinazione con il chemioterapico paclitaxel, ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza e di migliorare la qualità di vita nei pazienti che non hanno risposto alla prima linea di chemioterapia o ne hanno perso i benefici. Quest’anticorpo monoclonale si lega a recettori presenti sulle cellule tumorali, non permettendo così ad alcune molecole (VEGF), che stimolano la proliferazione di vasi sanguigni e la crescita tumorale, di svolgere la loro azione.
Come accennato, l’immunoterapia, che si avvale di anticorpi contro specifiche proteine, ha un ruolo importante nel trattamento dell’adenocarcinoma dello stomaco. Se la malattia ha un’alta espressione di PD-L1, riscontrata tramite un apposito test, la combinazione di nivolumab o di pembrolizumab con la chemioterapia ha dato ottimi risultati in termini di efficacia. In un prossimo futuro si utilizzeranno in combinazione con la chemioterapia anche anticorpi mirati contro la claudina 18.2 (zolbetuximab).