Molte sono le cause che provocano la fatigue nei malati di cancro. Alla base possono esserci anemia, disordini del metabolismo e infezioni, cui si sovrappongono fattori psicologici quali le inevitabili paure che la diagnosi di cancro porta con sé. Possono provocare la fatigue anche i trattamenti oncologici, dolori di varia natura e problemi alimentari (difficoltà a nutrirsi, diarrea, vomito, perdita di peso, anoressia), disturbi del sonno.
L'anemia
L'anemia è la riduzione dei livelli di emoglobina nel sangue. L'emoglobina è la proteina che trasporta l'ossigeno alle cellule e si trova all'interno dei globuli rossi (eritrociti). I globuli rossi, circolando nell'organismo, trasportano a tutte le cellule l'ossigeno, che fornisce al corpo l'energia per svolgere tutte le sue funzioni.
L'anemia è una delle principali cause di fatigue ed è un problema molto comune nel paziente oncologico. La sua correzione, anche di lieve entità, può migliorare la qualità di vita.
Le persone anemiche fanno fatica a respirare, soffrono di giramenti di testa e d’insonnia, riducono l’attività sessuale, accusano spossatezza.
L’anemia può comparire a seguito di emorragie, ulcerazioni con perdite di sangue e/o ridotta sintesi di emoglobina, come avviene in chi si sottopone a chemioterapia.
Se il numero dei globuli rossi è basso, diminuisce la quantità di emoglobina e, quindi, di ossigeno che raggiunge le cellule.
La radioterapia può ridurre temporaneamente il numero di globuli rossi, ma soltanto se il trattamento interessa un’area che include il midollo osseo che li produce (ad esempio, lo sterno, il bacino o le ossa lunghe delle braccia e delle gambe). È stato dimostrato che se il livello dell’emoglobina scende al di sotto del valore 11 o 12, il senso di stanchezza aumenta e incide molto sulla qualità della vita.
L’anemia si può curare con la somministrazione di eritropoietina oppure con la trasfusione di sangue, cui si ricorre quando l'anemia è molto accentuata.
Le terapie oncologiche
La fatigue è un sintomo comune in tutte le principali modalità di terapie oncologiche: interventi chirurgici, chemioterapia, radioterapia, ormonoterapia, immunoterapia.
Interventi chirurgici: dopo un intervento è normale sentirsi stanchi. Ciò dipende dal tipo di anestesia, dalla durata e dall’aggressività dell’intervento. Questo tipo di stanchezza migliora di solito con il tempo ed è chiaramente influenzato da altri trattamenti oncologici eventualmente istituiti dall’équipe medica. Tuttavia, alcuni specifici tipi di intervento chirurgico (ad esempio, asportazione dello stomaco, del pancreas o di tratti dell'intestino) possono determinare problemi alimentari continui accompagnati da fatigue per malassorbimento del cibo e ridotto apporto energetico.
Chemioterapia e radioterapia: queste terapie possono causare fatigue fin dalla prima seduta. In generale, la fatigue è correlata al tipo ed alla combinazione di farmaci utilizzati, oltre che alla modalità di somministrazione nella chemioterapia ed all’estensione dell’area irradiata nella radioterapia. Il normale livello di energia si ripristina dai sei mesi a un anno dopo la conclusione delle terapie, benché alcuni malati continuino ad avvertire stanchezza anche uno o due anni dopo i trattamenti.
Ormonoterapia: le terapie ormonali possono essere somministrate per diversi anni e alcune possono causare fatigue.
Immunoterapia: le terapie immunologiche (interferone) possono provocare stanchezza, così come altre terapie che hanno effetto sul sistema immunitario. Gli effetti collaterali di queste cure sono simili a quelli influenzali.
I disturbi del metabolismo
La presenza del tumore può indurre le cellule dell'organismo a rilasciare alcune sostanze chimiche dette citochine, che interferiscono con il modo in cui il metabolismo utilizza gli alimenti per ricavarne la necessaria energia. Pertanto, l'organismo potrebbe non essere più in grado di produrre energia dal cibo, con conseguente dimagrimento fino all'insorgenza della cachessia, un disturbo molto spesso associato alla fatigue.
L'eliminazione delle cellule neoplastiche da parte dei trattamenti chemioterapici riduce o limita la produzione di citochine immesse in circolo nell'organismo e, in questo modo, può a volte ridurre la fatigue correlata alla presenza di tali sostanze.
I problemi alimentari
La nausea e il vomito, interferendo con la normale alimentazione, sono causa di debolezza e stanchezza. In caso di nausea o vomito il medico può prescrivere farmaci specifici (antiemetici) da assumere regolarmente in modo da prevenire o controllare questi sintomi.
La riduzione dell'appetito causata dalla chemioterapia può essere superata mangiando poco e spesso e, quando necessario, ricorrendo a bevande ipercaloriche già pronte, che sono in vendita in farmacia anche senza ricetta medica. Inoltre, svolgere regolarmente un esercizio fisico può migliorare l'appetito e far aumentare l'assunzione di cibo.
Il dolore
Il dolore è un sintomo riferito molto comunemente dai malati di cancro negli stadi avanzati della malattia e in un minor numero di casi anche all'atto della diagnosi. Se il dolore è molto intenso e persistente, ciò interferisce con l'umore e con l'abilità funzionale e, di conseguenza, è correlato ad alti livelli di fatigue. Esistono oggi in commercio molti analgesici efficaci per il trattamento del dolore, che raggiungono ottimi risultati in almeno il 90% dei pazienti: alleviando il dolore si possono, di conseguenza, ridurre i sintomi della fatigue.
Disturbi del sonno
L'insonnia è un disturbo comune nei malati di cancro.
Il dolore è una delle principali cause dell'insonnia, che, a sua volta, è spesso associata con disordini psicologici quali depressione o ansia, o con livelli elevati di fatigue. I disturbi del sonno sono correlati, inoltre, alla presenza di alterati livelli di cortisolo, e ciò potrebbe indebolire il sistema immunitario.
Se i disturbi del sonno persistono, è importante informare l’oncologo in modo che possa instaurare una terapia farmacologica adeguata.
Cause psicologiche
Le persone che ricevono una diagnosi di cancro provano spesso ansia, depressione, stress, disturbi del sonno, che, sovrapponendosi, possono contribuire alla fatigue. Questi stati emotivi non devono essere sottovalutati. Parlarne con uno psicologo può contribuire ad attenuarli. Inoltre, lo psicologo può consigliare di consultare un medico per valutare l’opportunità di assumere farmaci specifici (ansiolitici o psicostimolanti per il trattamento di depressione, inappetenza o insonnia; corticosteroidi per stimolare il benessere fisico, l’appetito e l’umore e ridurre il dolore).