A volte apprendere che il tumore si è ripresentato o diffuso ha effetti ancora più sconvolgenti della diagnosi iniziale. Può essere difficile accettarlo: i pensieri cominciano a girare così vorticosamente che non si riesce più a seguire il filo del discorso e non si comprende ciò che viene detto. Lo shock e il senso di impotenza possono cedere il posto a stati d'animo molto forti, che spesso possono sopraffare.

Non mi ricordo niente del viaggio di ritorno a casa. È come un film senza sonoro - una sequela disordinata di immagini senza senso.

Potreste essere profondamente irritati con voi stessi, forse perché pensate che avreste dovuto fare di più per impedire alla malattia di ripresentarsi, oppure con i medici e gli infermieri per avervi comunicato la tremenda notizia. Potreste avercela con il destino o addirittura con il vostro dio, perché pensate che ciò che vi è successo non sia giusto. Potreste sentirvi pieni di risentimento e arrabbiati, perché i vostri progetti immediati saranno stravolti dagli accertamenti diagnostici e dal trattamento, e all'improvviso non vi sono più certezze per i vostri progetti a lungo termine.

"Anche situazioni di scarsa importanza ti mettono in crisi: per esempio, ti chiedi ‘Vale la pena pagare l'abbonamento quest'anno? Potrei non esserci più' oppure ‘Vorrei comprarmi qualcosa di nuovo, ma avrò il tempo di metterlo?'"

Potreste provare un senso di perdita e di fallimento in quanto avevate sperato di stare bene e, invece,  la malattia si è ripresentata. Potreste sentirvi tristi e depressi, provare stordimento o risentimento nel vedere che intorno voi la vita prosegue normalmente mentre la vostra sta cambiando.

Potreste avere paura della malattia, dei trattamenti, dell'effetto che ciò avrà sulla famiglia, e anche della morte. Convivere con l'incertezza che si accompagna alla diffusione o alla ripresa della malattia può essere fisicamente ed emotivamente stressante. Se avevate pensato di avere superato la malattia, potrebbe essere difficile dover prendere nuovamente decisioni inerenti al trattamento, trovare il modo di comunicarlo ai vostri cari, agli amici e ai colleghi o modificare la routine domestica. Tuttavia non siete soli: vi sono molte fonti di aiuto cui potete rivolgervi.

"Dopo che mi hanno comunicato la diagnosi, sono stati rari i momenti in cui mi sono lasciata andare alle lacrime, ma da quando mi hanno trovato le metastasi, le lacrime sgorgano più facili e dare sfogo alle mie emozioni mi è di grande sollievo perché altrimenti potrei scoppiare."

Sul piano psicologico, il cancro provoca reazioni molto varie, complicate dal fatto che la situazione è costantemente in evoluzione, mentre l'incertezza e la precarietà sembrano essere i fattori più stabili. La persona si trova, così, destabilizzata da situazioni percepite ogni volta in maniera differente. La malattia oncologica, più di altre, necessita di uno sforzo continuo di adattamento.

Emozioni come rabbia, paura, senso di colpa, ansia, depressione sono reazioni naturali di fronte alla diagnosi, all'evoluzione della malattia e ai trattamenti. Quando persistono a lungo e tendono a complicare ulteriormente lo stato emotivo, poterle esprimere ad una persona di fiducia può aiutare a trovare nuove forme di adattamento.

Consigli pratici

  • Non reprimere le emozioni, ma, benché non sia facile, sforzarsi di esprimerle e di condividerle.
  • Trovare qualcuno con cui condividere le proprie emozioni (ad esempio un parente o un amico, un infermiere o un medico, o ancora un sacerdote o un esponente della vostra comunità religiosa). Se farlo con persone che si conoscono crea imbarazzo, si può partecipare agli incontri di un gruppo di auto-aiuto oppure prendere appuntamento con uno psicologo.
  • Ricordarsi di eventuali situazioni negative affrontate già in passato: se si è reagito con forza e determinazione, superando la difficoltà, cercare di far ricorso alla stessa grinta. Se anche in passato non si riusciti a far fronte alla situazione, non esitare a chiedere aiuto.

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