Terapie a bersaglio molecolare: si tratta di terapie risultato delle ricerche più recenti. Il loro meccanismo di azione si basa sulla capacità di legarsi specificamente a una proteina presente nelle cellule tumorali e per questo motivo sono definite anche terapie ‘mirate’. Questo particolare meccanismo ne rende molto selettiva l’azione, lasciando del tutto inalterate le cellule normali, contrariamente a quanto avviene con la chemioterapia ‘classica’. Le terapie a bersaglio molecolare possono essere utilizzate soltanto se nelle cellule tumorali o, in alcuni casi, nel sangue o in altri campioni biologici prelevati dal paziente, sono presenti alcuni ‘biomarcatori’ specifici, che a loro volta indicano la presenza, nel tumore, di uno o più bersagli molecolari. In assenza di questi biomarcatori, il paziente non può essere sottoposto alla terapia biologica e verrà, pertanto, trattato con le terapie disponibili più adatte al suo caso. Nonostante siano stati eseguiti numerosissimi studi, non sono state identificate a tutt’oggi terapie a bersaglio molecolare di dimostrata efficacia nel tumore del pancreas.
L’immunoterapia: sono attualmente in corso alcuni studi per verificare l’efficacia dell’immunoterapia, un trattamento il cui scopo è di potenziare la risposta del sistema immunitario dell’organismo oppure di somministrare dei componenti già pronti del sistema immunitario che riconoscono ed attaccano le cellule tumorali. Purtroppo, anche in questo settore, gli studi conclusi nel tumore del pancreas hanno ottenuto risultati deludenti.
Altre terapie in via di sviluppo: sono in fase di studio tecniche sofisticate di radioterapia come la radioterapia ablativa stereotassica (SABR), che si basa sull’uso di scansioni e di una particolare macchina per indirizzare le radiazioni con la massima precisione sulle cellule tumorali. Tuttavia, non è stato ancora dimostrato che queste tecniche più sofisticate siano in grado di migliorare i risultati terapeutici per i pazienti affetti da cancro del pancreas.
