Diventare madre richiede grande energia a livello personale, e al contempo, impone adattamenti nel rapporto con il partner e con le famiglie d'origine.
Oggi la maternità è sempre più spesso per la donna il risultato di un'attenta pianificazione e non più un ‘passaggio naturale' della sua realizzazione personale e familiare; sovente viene rimandata per dedicarsi agli studi o alla carriera o semplicemente per vivere con maggiore libertà il rapporto di coppia. Quando sopraggiunge una malattia come il cancro che, direttamente o indirettamente, è in grado di compromettere la fertilità, la situazione diventa più complessa: nonostante il desiderio di maternità sia vissuto da ogni donna in maniera differente, alle preoccupazioni per la possibilità di non poter avere un figlio si affiancano le paure per la propria salute e per quella del bambino. E se la gravidanza aumentasse il rischio che la malattia ritorni? E se la ‘mia' malattia fosse ereditaria? E se morissi, chi si prenderà cura del bambino?
Il modo migliore per fugare dubbi e timori è condividere con l'oncologo curante e con il ginecologo, possibilmente esperto nella gestione dei problemi di fertilità nelle pazienti oncologiche, il desiderio di avere un figlio dopo la guarigione in modo da ricevere informazioni corrette ed esaurienti per compiere scelte consapevoli, sicure ed efficaci.