Nel caso in cui si accertino modificazioni della cute o di un neo, è consigliabile recarsi senza indugio dal medico curante, che procede alla visita e fa domande sulla storia familiare e sulle condizioni generali. Dopo la visita, se ha il sospetto che la lesione osservata possa essere un melanoma, può suggerire di consultare il dermatologo per una più approfondita valutazione ed eventuale esecuzione di ulteriori esami.
Molto importante per la diagnosi precoce della malattia è la microscopia in epiluminescenza (o dermoscopia), un esame di semplice esecuzione che, mediante una telecamera o un oculare di ingrandimento, permette allo specialista di valutare la distribuzione del pigmento nella lesione, di stabilirne la pericolosità e di consigliare il trattamento più indicato.
Una tecnica diagnostica innovativa, ma ancora in fase di sviluppo e presente in pochi centri, è rappresentata dal microscopio laser confocale, che permette di valutare le lesioni cutanee appoggiando lo strumento direttamente sulla pelle del paziente. La risoluzione delle immagini così ottenute consente di visualizzare le strutture cellulari con un’accuratezza molto simile a quella dell’esame istologico tradizionale.
In ogni caso, l’esame istologico è l’unica indagine che consente la diagnosi definitiva. Se il dermatologo ha il sospetto che un neo sia un melanoma, deve eseguire una biopsia asportando il neo sospetto interamente o in parte ed inviandolo all’anatomo-patologo per l’esame al microscopio che consente di accertare l’eventuale presenza di cellule tumorali. L’asportazione chirurgica rappresenta, quindi, lo strumento più efficace per avere la certezza diagnostica. Si esegue di solito ambulatorialmente con somministrazione di un anestetico locale e successivo invio della lesione asportata all’anatomia patologica di riferimento.
Richiedere un secondo parere
Le decisioni sul trattamento possono essere complesse. In molti casi la prima diagnosi viene ottenuta presso strutture ospedaliere periferiche e a volte il paziente si sente tranquillizzato se può avere il parere di un altro medico in una struttura universitaria oppure oncologica di riferimento per un’ulteriore valutazione sulla diagnosi e sul trattamento da proporre. Un breve ritardo (poche settimane) non pregiudica certo l’efficacia del trattamento, ed è senz’altro preferibile spendere qualche giorno in più piuttosto che agire di fretta e concludere tutti gli atti diagnostici e terapeutici in un ambiente non adeguatamente competente, perché ciò potrebbe rendere il risultato finale meno rassicurante sul piano oncologico.
Per sapere a chi rivolgersi per un consulto è possibile chiedere indicazioni:
- al medico curante, che può consigliare in base al problema un altro medico specialista nel trattamento del melanoma, per esempio un dermatologo, un oncologo, un chirurgo o un chirurgo plastico di un centro di riferimento regionale per la cura del melanoma e dei tumori cutanei;
- all’Ordine dei Medici della provincia, agli ospedali o alle scuole di medicina per avere i nomi di alcuni specialisti ;
- alla Società Italiana di Dermatologia (SIDEMAST), alla Società Italiana di Chirurgia Oncologica (SICO), all'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) o all’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) per avere i nomi degli specialisti che operano nella provincia/regione di residenza;
- ad Aimac e A.I.Ma.Me. che sono in grado di segnalare i centri per la cura dei tumori e gli istituti universitari di riferimento regionali