Il linfedema è una condizione patologica che si manifesta come gonfiore di una regione del corpo dovuto all’accumulo di linfa nei tessuti. In oncologia il linfedema può interessare gli arti, in particolare un braccio dopo chirurgia e/o radioterapia per tumore della mammella o per melanoma, o una gamba dopo chirurgia e/o radioterapia per tumori ginecologici (utero, cervice, ovaio o vulva), urologici (pene, prostata), intestinali (ano) o per melanoma. Talvolta il linfedema può interessare anche altre parti del corpo come il collo (nel caso di tumori della testa e del collo) e i genitali.
Il linfedema può comparire quando i linfonodi regionali, che rappresentano le stazioni in cui le cellule del sistema immunitario vengono a contatto con elementi estranei al nostro corpo trasportati dalla linfa, sono stati asportati chirurgicamente (linfadenectomia) o sottoposti alla radioterapia; oppure quando, in presenza di una forma avanzata di tumore, i linfonodi e i vasi linfatici che vi arrivano sono invasi da cellule tumorali o sono compressi. Nell’uno o nell’altro caso, la linfa non può defluire normalmente e, di conseguenza, ristagna nel tessuto sottocutaneo e causa il gonfiore della regione interessata.
La cute della regione interessata dal linfedema conserva, in genere, colorito e temperatura normali oppure può risultare leggermente più pallida e fredda, ma se insorge un’infezione dei vasi linfatici diventa calda, arrossata e dolente al tatto. Si parla allora di linfangite. Se il linfedema è notevole e permane a lungo senza un trattamento adeguato, i tessuti e la cute possono diventare duri e fibrotici.
Il linfedema può svilupparsi lentamente dopo il trattamento antitumorale oppure insorgere bruscamente dopo un trauma o un nuovo trattamento. In genere non dà dolore, ma in molti casi si avvertono sensazione di pesantezza, indolenzimento, tensione, fastidio. Se il gonfiore è notevole, vi può essere difficoltà nei movimenti, nella deambulazione (se colpisce gli arti inferiori) e nello svolgimento delle attività della vita quotidiana (vestirsi, guidare, scrivere, ecc.).
Il linfedema non si sviluppa in tutti i pazienti sottoposti a linfadenectomia e/o a radioterapia, ma compare solo nel 20-30% dei casi e all’inizio generalmente in forma modesta. Tuttavia, il rischio aumenta se il chirurgo asporta un numero elevato di linfonodi e all’intervento si associa la radioterapia sulla stessa area (come avviene spesso per i tumori mammari e ginecologici), come pure se vi è obesità.
Nella maggior parte dei casi il linfedema è trattabile con buoni risultati, può regredire o essere notevolmente attenuato e controllato, soprattutto se la diagnosi è tempestiva, se si effettuano terapie specifiche e se si adottano alcune semplici norme comportamentali. Tuttavia, il linfedema può ripresentarsi o peggiorare nuovamente perché le cause sono irreversibili. Pertanto è importante riconoscerlo e rivolgersi subito al medico, anche in caso di dubbio; dopo i trattamenti è necessario imparare a gestirlo ed effettuare controlli periodici. È raro che il peggioramento di un linfedema sia dovuto alla ripresa del tumore.
Se ci si accorge che un vestito, un anello o un orologio sono stretti perché l’arto è aumentato di volume, è bene rivolgersi all’oncologo curante, che stabilirà se i disturbi sono riconducibili alla presenza di un linfedema o ad altra causa, e poi al fisiatra, che prescriverà i trattamenti più opportuni da effettuarsi presso un centro qualificato e specializzato per la terapia del linfedema.