L’asbesto (dal greco asbestos = indistruttibile o inestinguibile) è un insieme di minerali del gruppo dei silicati appartenenti alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. In Italia la legge prevede l’utilizzo del termine ‘amianto’ per indicare sei differenti minerali - actinolite, amosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite - che, oltre ad avere in comune una morfologia fibrosa sono stati ampiamente utilizzati per le loro particolari proprietà fisiche e chimiche. I termini asbestiforme e fibroso sono utilizzati per composti aventi caratteristiche morfologiche simili agli asbesti.
L’asbesto è resistente al fuoco, ad agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’usura; ha notevole resistenza meccanica e alta flessibilità grazie alla sua struttura fibrosa; è fonoassorbente e termoisolante; si lega facilmente con materiali da costruzione quali calce, gesso e cemento (Eternit), come anche con alcuni polimeri (gomma, PVC); è facilmente ridotto in fili con i quali si realizza uno speciale tessuto.
Le fibre di asbesto danno luogo alla formazione di un lattice cristallino in cui le molecole sono allineate le une accanto alle altre e tenute insieme da legami piuttosto deboli, quindi possono liberarsi facilmente, disperdendosi nell’ambiente circostante, nell’aria e nell’acqua potabile,
anche se proveniente da fonti naturali. Quantità pericolose di fibre di asbesto si trovano anche nei polmoni di individui non esposti professionalmente al minerale.
L’asbesto giacente nei depositi geologici è definito ‘naturale’; tuttavia, non è chiaro se questi depositi rappresentino un rischio per la salute dell’uomo. In Italia sono esistiti giacimenti di asbesto a fibra lunga in Val Malenco (Sondrio) e a fibra corta presso Balangero nelle valli di Lanzo (Torino), ma la legge vieta in ogni caso l’estrazione del minerale, come anche la produzione, importazione, commercio e utilizzazione di materiali contenenti asbesto. Norme altrettanto rigide sono state introdotte anche nel resto d'Europa sulla base di studi epidemiologici che hanno dimostrato l’alta pericolosità dell’inalazione di fibre di asbesto rilasciate nell’ambiente in conseguenza di un qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica, eolica, da stress termico o se esposto all’acqua piovana (come può accadere sulle onduline di eternit che hanno l’apparenza del cemento, ma che in realtà sono fatte di polvere cementizia e asbesto).
Com’è stato utilizzato l’asbesto?
Conosciuto fin dall’antichità, l’asbesto è usato su scala industriale solo verso la fine del XIX secolo e soprattutto nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Ciò ha esposto a rischi milioni di lavoratori in tutto il mondo. Inizialmente, i rischi erano sconosciuti, ma si notò un aumento
dell’incidenza di mesotelioma tra gli operai delle miniere di asbesto, dei cantieri navali e delle fabbriche dove il minerale veniva lavorato, come anche in tutti gli addetti alla produzione di oggetti che lo contenevano.
La pericolosità delle fibre di asbesto deriva dalle loro piccolissime dimensioni.
L’asbesto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per produrre l’Eternit. Per anni è stato considerato un materiale estremamente versatile impiegato nella costruzione di navi e treni; come materiale per l’edilizia (tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie); nella realizzazione delle tute dei vigili del fuoco; nelle auto (vernici, parti meccaniche); nella fabbricazione di corde, plastica e cartoni. La polvere di asbesto è stata largamente utilizzata anche nella filtrazione dei vini.