Le microfibre di asbesto, sospese nell’aria degli ambienti in cui il minerale è lavorato, sono inalate e vengono a contatto con le cellule del parenchima polmonare. Alcune cellule possono attraversare la pleura viscerale e raggiungere la superficie pleurica dove provocano la formazione di placche di mesotelioma.

Il meccanismo che conduce allo sviluppo del mesotelioma peritoneale non è stato ancora chiarito: si ipotizza che le microfibre di asbesto penetrino nel polmone e siano trasportate agli organi addominali per via linfatica. Non è da escludere che anche le fibre ingerite per bocca penetrino le cellule della parete gastrica raggiungendo il peritoneo viscerale.

L’effetto tossico dell’asbesto per l’uomo è dovuto proprio alla presenza fisica delle fibre. Si ritiene che possa essere la conseguenza di un’interferenza delle fibre con i normali meccanismi di comunicazione intercellulare che governano la fisiologia dei tessuti e in particolare la proliferazione cellulare; oppure di un danno meccanico, per cui le fibre piccolissime possono interferire con la normale organizzazione di componenti cellulari importanti, come i cromosomi, legandosi soprattutto alla cromatina di cui sono costituiti. Tale interazione altera in modo importante l’attività proliferativa delle cellule, rendendola così insensibile ai normali meccanismi di controllo. Nelle cellule venute a contatto con microfibre di asbesto sono state identificate anomalie cromosomiche di vario tipo.

Per quanto riguarda l’interferenza tra microfibre di asbesto nei normali processi di comunicazione cellulare, sono state formulate diverse ipotesi, ma non esistono conferme sperimentali; tuttavia non è da escludere che i meccanismi attivati nella cancerogenesi da asbesto siano molteplici.

Se nel ratto s’inietta un tipo particolare di asbesto, il crisotilo, nella pleura o nel pericardio si formano placche di mesotelioma, nelle quali confluiscono le cellule responsabili della reazione infiammatoria. L’accumulo di queste cellule continua fino a quando le lesioni manifestano anomalie cellulari tipiche del mesotelioma maligno. L’evidenza sperimentale suggerisce che l’asbesto si comporti da cancerogeno completo. I meccanismi molecolari coinvolti nel processo di trasformazione delle cellule mesoteliali normali non sono stati ancora chiariti.

Anche se è evidente la relazione di causa-effetto tra inalazione di fibre di asbesto e insorgenza di un tumore, non si è ancora riusciti a trasformare una cellula mesoteliale normale in maligna. L’ipotesi corrente è che le fibre di asbesto agiscano mediante l’interazione fisica con le cellule mesoteliali provocando effetti indiretti in combinazione con cellule infiammatorie, in particolare i macrofagi.

Ciò stimola nei macrofagi la produzione di radicali liberi, che danneggiano le membrane cellulari e inducono o promuovono la rottura dei cromosomi. Ambedue queste attività sono potenzialmente cancerogene. I radicali liberi sono potenti ossidanti che partecipano al processo di trasformazione maligna attraverso l’interazione diretta con il DNA o attraverso la modifica di eventi cellulari mediati dalle membrane cellulari come l’attivazione di oncogéni o l’esaurimento delle difese antiossidative delle cellule.

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