In Italia i casi di mesotelioma maligno conseguenti all’utilizzo massiccio dell’asbesto in numerosissime applicazioni industriali prima della messa a bando del 1992 rappresentano un tema prioritario e ancora attuale, soprattutto per il lungo periodo di latenza fino alla comparsa della malattia, che può raggiungere e superare i 40 anni dall’inizio dell’esposizione, e per la presenza massiccia del materiale laddove non rimosso, anche in situazioni meno prevedibili di vita e di lavoro.
La sorveglianza epidemiologica dei casi di mesotelioma in Italia è svolta dal Registro Nazionale dei Mesoteliomi, che si struttura come una rete ad articolazione regionale. Presso le Regioni, ad eccezione di Molise e della Provincia Autonoma di Bolzano, è istituito un Centro Operativo il cui compito è identificare tutti i casi di mesotelioma insorti nel proprio territorio e analizzare la storia professionale, residenziale, familiare e ambientale dei soggetti ammalati.
L’archivio del Registro comprende 15.845 casi di mesotelioma maligno diagnosticati dal 1993 al 2008, con un rapporto di genere (maschi/femmine) pari a 2,5. Il 71,6 % dei casi rilevati riguarda gli uomini; l’età media alla diagnosi è 69 anni. Il mesotelioma pleurico è più frequente (93%) rispetto a quello peritoneale (6,4%); seguono 41 casi di mesotelioma del pericardio e 51 della tunica vaginale del testicolo. La diagnosi è certa nel 78% dei casi, probabile e possibile nell’11% dei casi, rispettivamente. La latenza è di circa 45 anni.
Le modalità di esposizione sono state accertate per 12.065 casi (76%), mentre sono in corso di definizione (oppure non possono più essere indagate per condizioni oggettive) per 3.780 casi (24%). Sui casi con esposizione definita, il 69% presenta un’esposizione professionale, il 4% familiare, il 4% ambientale, il 2% per un’attività extralavorativa (svago o hobby). Per il 20% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota. Il tasso standardizzato per mesotelioma maligno della pleura è risultato nel 2008 pari a 3,55 (per 100.000 residenti) negli uomini e 1,35 nelle donne; per il peritoneo è risultato pari a 0,24 negli uomini e 0,12 nelle donne.
Sulla base di questi dati, l’andamento della malattia non sembra ancora decrescere, nonostante una marcata variabilità territoriale che riflette l’uso industriale di asbesto prima della messa al bando. Si rileva un’evoluzione del quadro dei settori economici coinvolti, con un aumento di casi in edilizia e un calo nei settori ‘tradizionali’ (cantieri navali, riparazione e manutenzione delle carrozze ferroviarie, industria del cemento-amianto). L’attività di sorveglianza ha consentito di portare alla luce situazioni di esposizione inconsapevole e in circostanze inattese.
Di particolare interesse per la possibilità di esposizioni ancora attuali è il numero di casi di mesotelioma registrati in categorie cosiddette ‘minori’ (produzione e manutenzione dei mezzi di trasporto; industria alimentare, del legno, del tabacco; industrie manifatturiere; agricoltura e allevamento; ristorazione; istruzione e servizi del settore amministrativo).