Dosaggio della tireoglobulina nel sangue

La tireoglobulina è una proteina normalmente prodotta dalla tiroide. In assenza di problemi tiroidei, essa è confinata alla ghiandola e solo piccole tracce della molecola passano nel sangue; se, invece, è presente un’infiammazione o un nodulo, sia benigno che maligno, i livelli di tireoglobulina nel sangue aumentano considerevolmente, soprattutto se il tumore è di tipo papillare o follicolare. Tuttavia, il riscontro di valori elevati di tireoglobulina in presenza di noduli o di gozzo nodulare non è di per sé indicativo di patologia maligna.

Se la tiroide è stata asportata chirurgicamente e se è stato effettuato il trattamento di ablazione con iodio radioattivo, la produzione di tireoglobulina dovrebbe cessare. Tuttavia, se i livelli della proteina nel sangue continuano a essere significativi, ciò segnala che sono ancora presenti cellule tumorali sfuggite al trattamento. Pertanto, la determinazione dei livelli di tireoglobulina nel sangue (solitamente unita al dosaggio degli autoanticorpi anti-tireoglobulina) è un metodo molto utile per accertare la presenza di eventuali cellule tumorali. L’analisi si ripete, di solito, a intervalli regolari di 6-12 mesi.

L’ormone tireotropina stimola la captazione dello iodio e anche la produzione di tireoglobulina da parte delle cellule tiroidee, sia benigne che maligne. In alcuni casi, soprattutto per confermare la risposta alla terapia o in pazienti ad alto rischio, si può procedere al dosaggio della tireoglobulina dopo la somministrazione dell’ormone tireotropo umano ricombinante (Thyrogen®), generalmente dopo otto-dodici mesi dal trattamento iniziale. A volte si associa al dosaggio della tireoglobulina l’esecuzione di una scintigrafia total body a scopo diagnostico.

Scintigrafia total body

Il medico potrebbe anche consigliare un test di captazione dello iodio radioattivo mediante scintigrafia total body allo scopo di verificare se ci sono aree in cui l’isotopo è concentrato da cellule tumorali. Affinché lo iodio possa essere captato efficacemente, è necessario, anche in questo caso, innalzare i livelli di tireotropina attraverso la somministrazione dell’ormone tireotropo umano ricombinante.

L’esecuzione dell’esame prevede in primo luogo la somministrazione per bocca di una capsula contenente lo iodio radioattivo; quindi, dopo 48 ore, si esegue una scansione scintigrafica di tutto il corpo. Questa tecnica è di per sé indolore, ma è necessario rimanere sdraiati e immobili per circa 30-60 minuti. La quantità di radioattività somministrata è molto inferiore a quella utilizzata per l’ablazione con lo iodio radioattivo, ma comunque significativa. Pertanto, sebbene non vi sia l’esigenza di un ricovero in una camera protetta, anche in questo caso è necessario adottare alcune precauzioni soprattutto per evitare il contatto diretto con bambini e ragazzi e con donne in stato di gravidanza.  

Dosaggio della calcitonina e del CEA nel sangue

Poiché le cellule di carcinoma midollare secernono nel sangue queste due proteine, la loro persistenza o ricomparsa dopo il trattamento è indicativa della persistenza o ricomparsa della malattia. Il loro dosaggio si esegue ogni sei-dodici mesi.

Ecografia del collo

Insieme al dosaggio della tireoglobulina per i carcinomi papillari e follicolari, e della calcitonina e del CEA per i carcinomi midollari, l’ecografia del collo rappresenta l’esame più importante nella sorveglianza dei pazienti affetti da carcinoma della tiroide; infatti, tutti i tumori tiroidei, se ricrescono, tendono a farlo con elevata frequenza in prossimità della tiroide. I moderni apparecchi ecografici permettono di visualizzare molto accuratamente i tessuti del collo e di riconoscere la recidiva anche quando la lesione misura solo pochi millimetri di diametro. In questi casi, l’ecografia può essere utile anche per guidare l’esecuzione di biopsie di conferma. Presupposto essenziale è che l’esame sia eseguito da operatori con esperienza specifica.

Altri esami

In alcuni casi è necessario eseguire altri esami strumentali (TC, risonanza magnetica), scintigrafie con impiego di mezzi di contrasto specifici per il tessuto osseo o per le cellule del carcinoma midollare. È stato dimostrato che la PET/TC, una tecnica diagnostica molto sofisticata, riveste un ruolo importante nella diagnosi delle recidive o persistenze di malattia nei carcinomi papillari e follicolari che hanno perso la capacità di captare lo iodio radioattivo.

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