Dopo circa due settimane dall’intervento la paziente riceve il referto istologico, che riporta le caratteristiche più specifiche del tumore.
Il referto istologico si compone in genere di 4 parti:
- l’elenco del ‘materiale’ asportato e inviato al laboratorio;
- la descrizione macroscopica, ossia a occhio nudo, del suddetto materiale;
- le eventuali diagnosi estemporanee fatte nel momento dell’intervento chirurgico;
- l’esame microscopico con le relative
Per quanto riguarda il carcinoma mammario, l’esame istologico dà informazioni sul tipo cellulare (duttale, lobulare, ecc.), sulle dimensioni del tumore, sullo stato dei linfonodi ascellari (positivi se sono stati intaccati dalla malattia, negativi nel caso contrario); il grado istologico; la presenza o meno di cellule tumorali nei capillari sanguigni che circondano il tumore (invasione vascolare); la presenza o assenza, nelle cellule tumorali, di recettori ormonali (estrogenici e progestinici), espressa in percentuale; la percentuale di proliferazione, in pratica la velocità di crescita delle cellule tumorali; la positività o negatività di un test chiamato Her2 o c-erbB2. Questi parametri consentono di identificare il sottotipo biologico e l’estensione locale della malattia. Si ottiene in questo modo un ‘identikit’ del tumore, fondamentale per capire bene quali sono le caratteristiche della malattia e individuare il trattamento più adeguato.