La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia con l’intento di provocare la morte delle cellule tumorali e al tempo stesso di non danneggiare i tessuti sani. Nel trattamento dei tumori della mammella si usa più frequentemente per eliminare eventuali cellule tumorali rimaste dopo l’intervento. È indispensabile se la mammella non è stata asportata e se la paziente ha meno di 65 anni, mentre non lo è se la mammella è stata asportata (tranne in casi particolari), se la paziente è anziana, magari con problemi cardiaci concomitanti e/o ha un tumore poco aggressivo.

Le modalità più diffuse di radioterapia per il trattamento dei tumori della mammella sono la radioterapia a fasci esterni, la brachiterapia e la radioterapia intraoperatoria.

Radioterapia a fasci esterni (o transcutanea): consiste nell’irradiare la zona interessata dall’esterno, utilizzando, nella maggior parte dei casi, un’apparecchiatura chiamata acceleratore lineare (LINAC). Si esegue presso il centro di radioterapia dell’ospedale, di solito in regime ambulatoriale. La dose totale da irradiare è suddivisa in sedute giornaliere di breve durata con una pausa nel fine settimana. Il ciclo di trattamento dura generalmente tre settimane, ma in alcuni casi può essere necessario più tempo.

Brachiterapia (o radioterapia interstiziale): consiste nel collocare la sorgente radioattiva, in forma sigillata, direttamente nel tessuto neoplastico o nelle sue immediate vicinanze. Rispetto alla radioterapia a fasci esterni ha meno effetti collaterali, ma è molto meno utilizzato nel trattamento per il carcinoma della mammella.

Radioterapia intraoperatoria (o IORT): consiste nel somministrare una singola, alta dose di radiazioni durante l’intervento chirurgico, permettendo l’irradiazione del letto tumorale direttamente dopo l’asportazione del tumore. Molto in voga in passato presso alcuni centri, è stata quasi del tutto abbandonata perché si è rivelata meno efficace di quella a fasci esterni. In casi selezionati, può talora essere associata a quest’ultima (v. sopra).

Pianificazione del trattamento

La pianificazione è una fase molto importante, perché da questa dipende la possibilità di trarre il massimo beneficio dalla radioterapia.

Il primo appuntamento è dedicato alla seduta di centraggio, durante la quale il radioterapista utilizza un’apposita macchina per scattare una serie di immagini della zona da irradiare. Questa è, quindi, delimitata tracciando con l’inchiostro sulla cute dei segni di demarcazione che servono al tecnico di radiologia, che esegue il trattamento, per individuare il punto esatto sul quale erogare le radiazioni e posizionare correttamente la paziente sul lettino. È possibile fare la doccia o il bagno senza il timore di cancellare questi segni ‘di sicurezza’.

L’irradiazione si effettua normalmente su tutta la mammella. In alcuni casi può essere irradiata la sola parte della mammella in cui era localizzato il tumore oppure si può erogare su questa una dose aggiuntiva.

La seduta di trattamento

Prima di ogni seduta, il tecnico sistema la paziente sul lettino nella posizione prestabilita. Se queste manovre sono difficoltose per via di una certa rigidità dei muscoli del braccio e dell’articolazione della spalla, il fisioterapista può consigliare di eseguire alcuni esercizi per ridurre il fastidio e consentire di assumere la corretta posizione sul lettino. La paziente rimane da sola nel bunker per l’intera durata (pochi minuti) dell’erogazione del fascio di radiazioni.

Effetti collaterali

La radioterapia della mammella può causare, a volte, arrossamento e ‘trasudazione’ della cute, nausea e stanchezza (definita dagli oncologi con il termine fatigue). Gli effetti collaterali tendono a scomparire gradualmente alla conclusione del ciclo di trattamento, anche se la stanchezza può persistere per qualche mese. All’inizio del trattamento la paziente riceve le istruzioni sul modo in cui prendersi cura della cute dell’area irradiata. È bene evitare l’uso di saponi profumati, creme o deodoranti, che potrebbero contribuire ad irritare ulteriormente la cute.

Dopo un intervento di asportazione del tumore, la mammella può sembrare più dura con la radioterapia e con il tempo potrebbe ridursi leggermente di volume. In casi molto rari la radioterapia può causare la rottura di qualche capillare, lasciando sulla cute piccole macchie rosse.

Talvolta, sono possibili effetti a lungo termine, quali formicolio, debolezza o insensibilità al braccio o alla mano. Altri effetti collaterali come mancanza di respiro (per danno polmonare causato dalle radiazioni) e indebolimento delle coste nell’area irradiata sono estremamente rari grazie alla più attenta pianificazione del trattamento e alle più sofisticate tecniche di irradiazione.

La paziente deve informare l’oncologo se alla conclusione del trattamento accusa dolore localizzato al braccio o alle coste o mancanza di respiro.

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